Il progetto biennale “Un patto solidale a favore delle famiglie che vivono in montagna a sostegno di famiglie con minori in condizioni di disagio relazionale” è finanziato dalla Cariverona con capofila AULSS1 Dolomiti
La violenza tra pari nei social network
Premesse:
L’Associazione Dafne, attiva dal 2007, si occupa di prevenzione , contenimento e contrasto delle violenze a danno dei minori. Si adopera inoltre per promuovere una cultura di tutela e rispetto dei loro diritti .
La violenza è una patologia relazionale e come tale si trasmette: vivere in un ambiente dove si consumano violenze, dove manca il rispetto tra le persone, ecc… fa aumentare i rischi di “ammalarsi di violenza” e le conseguenze possono essere molteplici. Occorre innanzitutto ricordare che lo sviluppo emotivo di bambini e adolescenti dipende fortemente dalle esperienze relazionali, particolarmente importanti in adolescenza.
Ad oggi le attività svolte dall’Associazione hanno riguardato soprattutto le violenze ad opera di adulti a danno dei bambini , perché fino a poco tempo fa sembrava che a esercitare la violenza fossero solo gli adulti. Invece, purtroppo, negli ultimi tempi la violenza riguarda anche i più giovani, vittime di una povertà relazionale (sia maschi che femmine), che sfogano la loro rabbia o il loro disappunto prendendosela con i coetanei più deboli.
Il mondo degli adulti “educanti”, siano essi genitori o insegnanti d’ogni ordine e grado, si trovano quotidianamente a intessere un sempre più impegnativo dialogo con una controparte di generazioni di ragazzi che a loro volta sono sempre in relazione con un terzo: la grande rete www del sempre connessi con (potenzialmente) tutto e tutti.
Un dialogo quindi che vede in campo tre parti: grandi, piccoli e un “estraneo non parlante” (per gli occhi dei grandi) o un “necessarie” (agli occhi dei piccoli) .
Come questi ragazzi si relazionano tra loro attraverso i network? Di cosa parlano? Si confrontano? Si supportano? Si aiutano? Si scontrano? Litigano?
Gli strumenti comunicativi via web, lungi dall’essere solo virtuali, sono strumenti reali, perché vissuti realmente e quotidianamente, permeano le relazioni tra pari.
La sfida è quella di accompagnare i ragazzi ad uso ragionato degli strumenti di relazioni di ” connessione ” affinché questi possano essere positivi e non ostativi od anche dannosi, per lo sviluppo sociale e comunitario dei ragazzi.
STRUMENTI
Utilizzare il linguaggio teatrale e, attraverso un’officina di sentire condivisi, creare un testo con i ragazzi e per i ragazzi per confrontarsi/parlare di uso consapevole del web e soprattutto di violenza attraverso il web
Il laboratorio si propone di far riflettere i ragazzi in gruppo, nel loro gruppo di appartenenza, sulle ripercussioni degli usi e abusi di tali strumenti, con particolare riferimento alle relazioni virtuali tra pari (cyberbullismo) e possibilità di adescamento/sfruttamento dei minori da parte degli adulti via web.
FINALITA’
Promuovere e rafforzare in giovani e ragazzi la capacità di risolvere i conflitti che è uno dei principali approcci preventivi contro violenza e problemi di disciplina. Chi è in grado di risolvere i conflitti, può talvolta anche mettere in secondo piano i propri bisogni e affrontare situazioni spiacevoli e frustrazioni senza ricorrere alla violenza. Essere in grado di risolvere i conflitti significa saper accettare punti di vista ed esigenze diverse dalle proprie. Significa anche comprendere che nella convivenza sociale non tutto si svolge sempre armoniosamente, e che le proprie idee non possono trovare il consenso di tutti. La capacità di risolvere i conflitti presuppone la disponibilità a concessioni reciproche. Per imparare a risolvere i conflitti, occorre possedere la capacità e la volontà di negoziare e rispettare le regole senza il ricorso alla violenza
OBIETTIVI
Creare uno spettacolo teatrale da utilizzare quale strumento educativo/formativo destinato ai minori e diffuso dagli stessi autori
TARGET
Massimo 20 studenti della prima e seconda superiore della provincia di Belluno
SOGGETTI COINVOLTI
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Il progetto si svilupperà nell’arco di un triennio, a partire dall’autunno 2017; nella prima fase :
-creare un contesto che goda dell’appoggio di una rete
– stabilire finalità e obiettivi, come pure i criteri per il reclutamento dei peer educator.
– individuati per educatori, il gruppo viene formato, utilizzando modalità interattive che consentano un apprendimento esperienziale attraverso la “costruzione” di uno spettacolo
– a seguire una ricerca /esperienza di per education.
Tutte le attività si svilupperanno in orari non scolastici
Criteri di valutazione:
Considerazioni in corso d’opera sulla partecipazione e i risultati parziali.
Questionario finale.
Risultati attesi
Premessa
L’abilità emozionale è la capacità dell’individuo di comprendere e gestire le proprie emozioni e nel bambino è una componente molto importante dell’adattamento socioaffettivo. Ma le emozioni ( dal latino ex- fuori + movere- muovere; letteralmente :portare fuori: il nesso tra un universo puramente interno e il mondo di tutti) vanno identificate, espresse e condivise. È importante aiutare i bambini a dare un nome ai propri vissuti, per migliorare la loro competenza emotiva e accompagnarli ad una piena accettazione di tutti i vissuti emotivi di cui fanno esperienza.
Spesso i bambini hanno difficoltà a descrivere ciò che stanno provando/sentendo, quindi a raccontarlo. Sta agli adulti aiutarli ad identificare e classificare le emozioni , perché possano imparare a distinguerle. Dunque gli adulti altro non sono che degli “allenatori emotivi” che aiutano a sviluppare un vocabolario adeguato.
Finalità
La finalità principale di questi incontri è quello di mettere in evidenza come ogni emozione (anche quelle che possono essere definite negative quali invidia rabbia…) in realtà sono fondamentali per una piena coscienza di sé. Solo riuscendo ad accettare questo principio daremo ai bambini la possibilità di potersi esprimere appieno, in maniera autentica, senza timori. Per cercare di fare prevenzione ad ogni forma di abuso uno degli strumenti che gli adulti hanno è quello di permettere in maniera sincera ai bambini di raccontare, di potersi esprimere senza sentirsi giudicati.
Obiettivi specifici
1)favorire una buona competenza emotiva: capacità di entrare in contatto con le proprie emozioni, comprenderle, esprimerle e regolarle senza disorganizzarsi
2) Reagire alle situazioni manifestando le proprie esigenze
3) aumentare l’attenzione alla “sonorità” dell’ambiente
4) acquisire la scoperta della propria immagine e il riconoscimento di sé
5) creare l’abitudine all’ascolto
6) valorizzare i sentimenti e favorire la creatività.
Target
– Bambini 4-6 anni ( massimo 10 per gruppo)
– Genitori
– Insegnanti
Strumenti
Attraverso un gioco iniziale che coinvolgerà sia genitori che figli, si cercherà di creare un clima di collaborazione all’interno del gruppo.
L’obiettivo sarà quello di rompere gli schemi, soprattutto nell’adulto, perché solo distruggendo si può costruire.
Successivamente attraverso il racconto e la lettura di alcuni libri adatti a tale scopo si inviteranno sia i grandi che i piccoli a condividere stati d’animo ed emozioni.
Tempi
2 incontri di 1+1/2 h. ciascuno, in orari che permettano la compartecipazione dei Genitori ( quindi anche oltre l’orario scolastico…)
Quello che si cercherà di fare in due incontri sarà di illustrare una modalità alternativa di manifestare le proprie emozioni che poi potrà essere continuata a casa da grandi e piccini.
Verrà inoltre proposta una bibliografia e un opuscolo illustrativo rivolto ai genitori di spiegazione dell’attività portata avanti.